Terapia energetica e crisi di identità - 24 di 32 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Terapia energetica e crisi di identità - 24 di 32

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 26/2/2015 15:14:43

Fermandosi a considerare come negli ultimi decenni questa società sempre più abbia messo in evidenza l'effimero, presto vecchio e inutile, a discapito di effettivi valori e realmente necessari e durevoli beni; e come purtroppo quest'idea vada a influire pure sul come vengono costruiti i vari strumenti d'uso comune, non certo fatti per durare, e come contemporaneamente sia stato per gradi sradicato il senso di responsabilità e "annacquata" la moralità, tanto che va riconosciuto come di fatto nessuna sufficiente salvaguardia venga fornita alle popolazioni residenti, che necessitano di sicurezza in quanto a lavoro e ordine pubblico per condurre una vita onesta decorosa e sana, mentre da una parte il liberismo economico ha raggiunto un potere tale da rendere suoi servi gli Stati, che di fatto sono obbligati a favorire in ogni modo il mercato anche usando soldi pubblici per costruire infrastrutture ad esso utili e legiferando in modo tale da eliminargli i possibili ostacoli, e dall'altra non v'è adeguato contrasto alla violenza; allo stesso modo come quest'idea abbia influito anno dopo anno sul come i rapporti umani vengono intesi e vissuti, troppo spesso più orientati a guadagnarci il più possibile senza preoccuparsi del/la malcapitato/a di turno che non a costruire qualcosa di solido genuino e duraturo; e anche come per rendere sempre più agevole, quasi fosse naturale, l'avanzare di quest'idea (i cui connotati diventano perversi superato un preciso limite) sempre più si cerchi di eliminare l'umanamente tangibile/visibile (ad esempio obbligo di inviare - iscrivere - pagare - ecc. esclusivamente on-line, presuntuosamente non volendo tener in serio conto i tanti disagi provocati, i molti danni causati, il vantaggio dato a chi delinque via internet a fronte dei reali pochi benefici ottenuti; arrogantemente ritenendosi superiori a quegli ignoranti - antiprogressisti - stolti che, ritenendo il Bene dell'essere umano non possa essere raggiunto col solo uso di macchine sempre più sofisticate dotate di programmi via via più avanzati, vorrebbero non fosse impedito l'uso alternativo d'altri mezzi collaudati nel tempo e ancora funzionali) così da distruggere gradatamente l'abitudine alla comunicazione interpersonale, il valore del lavoro delle "manine sante", quel contatto tra esseri umani che va assai oltre il virtualmente possibile e così, rendendo obbligatorio l'"interfacciarsi" con "macchine senza vita e personalità", impedire sempre più che ci si possa spiegare, comprendere davvero e unendosi riprender coscienza della nostra vera essenza e trovar la forza di riappropriarsi di ciò cui la "discesa" in questa realtà in continuo divenire ci ha privati (la teleinformatica è cosa buona e presenta indubbi vantaggi se viene utilizzata come un'opportunità in più a disposizione di tutti, diventa invece assolutamente nefasta se imposta come unica possibilità: la dipendenza rinsecchisce intelligenza e decisionalità); e come purtroppo a vari livelli sia invalsa l'abitudine a non cercare effettivi rimedi ai problemi che sorgono, bensì limitarsi a "tamponare" le situazioni difficili con strumenti provvisori spostando la soluzione degli stessi in chissà quale futuro, concausa dell'attuale crisi, lasciando ai posteri l'arduo compito di liberarsi dell'ingrato fardello anziché assumersene l'onere prendendo sul momento decisioni efficaci e probe pur se impopolari; ci si rende conto di come sia a livello individuale che sociale l'ansia rappresenti la "voce interiore", incomprensibile a chi vive da superficiale - egoista - presuntuoso, che ci avverte come sia ormai arrivato il momento di fermarci, fare coraggiosamente il punto della situazione e rendersi così conto dell'inconsistenza e della sconsideratezza di tale agire, quindi cercare una via percorribile per venir fuori da questa "landa malsana", mettendo in conto che sarà doloroso/faticoso e non immediato uscirne: poco conta se abbiamo centrato gli obiettivi (per lo più non necessari; a volte addirittura nocivi) proposti dall'odierno vuoto e per certi versi perverso modo di vivere; l'ansia sembra proprio essere uno strumento determinante nello spazzare via questa mentalità che relativamente al Bene dell'Umanità si rivela pericolosa e senza solidità/valore, quindi (per chi vuol aprire gli occhi e sturarsi le orecchie) inadatta a costruire la nostra vita su basi realmente salde e salubri.

Preso atto di quanto accade d'assolutamente spiacevole e, benché comprensibile vista la strada che si sta percorrendo e che "umanamente" parlando porta a regressione, comunque assolutamente non accettabile, mi pare opportuno far notare come l'essenza di "maschio" - "femmina" è compresa superata e completata in quelle di "uomo" - "donna", che non possono essere quindi considerati sinonimi dei primi. Ciò può essere ben compreso usando parole che in un vecchio film son state messe sulle labbra d'un boss: "Ci sono gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi e i quaraquacquà."; e il rispetto da costui portato andava scemando sino ad annullarsi passando dai primi agli ultimi. Anche l'essenza di "uomo" e "donna" è poi compresa superata e completata in quella di "unità", come ho cercato di spiegare in questi anni. Purtroppo al di là delle semplici parole questa nostra società marcia in senso inverso all'"unità"; al contrario di quanto ad esempio fanno "Annunci" tipo quello "Cristiano" e quello "Buddhista": la vera "Religiosità", quella che come un setaccio toglie le "impurità" a pensieri/parole/azioni portando al vicendevole spontaneo sostegno, è estremamente scomoda per chi vuol portare l'Umanità avanti per questa strada; ma se si butta l'aspetto Religioso della Vita fuori dalla nostra mente, poco valore resta alla vita e di conseguenza poco anche agli esseri viventi, umani compresi.

Detto ciò è necessaria una spiegazione adeguata sul perché metto in evidenza alcuni aspetti/rischi dell'odierno "vivere", anche per dar ragione della differenza e della bontà del trattamento energetico che propongo.

La "macchina" è stato un elemento fondante dello sviluppo industriale ed è gradatamente divenuta simbolo dell'idea di progresso. Lo sviluppo della tecnologia e le sue possibilità di perfezionamento insieme al fatto che queste macchine continuamente vengono ammodernate, migliorate e fanno cose impossibili a esseri umani e animali, ha incessantemente rafforzato l'dea che il progresso viene dal sempre migliore e smisurato lavoro possibile con l'uso di queste "macchine"; tutto ciò ha portato la conseguente svalutazione dell'importanza dell'intervento diretto di uomini e donne nella costruzione di quanto serve, a differenza di quanto accadeva quand'era indispensabile la produzione artigianale.

Mentre il lavoro artigianale esprime abilità manuale e inventiva insieme a carattere e passione di chi lavora, quindi arricchisce l'opera d'un intrinseco valore aggiunto, tanto che pure oggetti prodotti dalle medesime mani seppur simili mai son perfettamente uguali e ogni manufatto è perciò unico, viceversa la produzione industriale porta all'estinzione questo valore e unicità del prodotto; con la serializzazione delle merci e la conseguente ripetizione assolutamente identica degli oggetti vien poi preferita in quanto garanzia di disponibilità quantitativa per un mercato in rapida espansione che prende a privilegiare l'Avere anziché l'ESSERE.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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