Terapia energetica e crisi di identità - 29 di 32 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Terapia energetica e crisi di identità - 29 di 32

Pubblicato da Mariano Robino in Trattamenti energetici · 11/6/2015 18:11:29

È però impossibile che abbia luogo un effettivo cambiamento se manca una fondata motivazione a cambiarsi; unica cosa che permette di "illuminare e vedere distintamente il fantasma e la subdola ombra che l'accompagna", come di trovare in se stessi le risorse necessarie per affrontarli e resistere saldi sino alla vittoria: il terapeuta può certamente fare molto per curare, sorreggere e motivare il/la paziente, ma non può sostituirsi a lui/lei nella "sfida"; come sempre detto parlando dei possibili interventi con Terapia Energetica, ognuno deve fare la sua parte: anche l'Energia, benché abbia possibilità senza un vero limite, rispettando la libertà che a ognuno è stata concessa dall'UNITA' rende possibile ma non impone una guarigione, non può quindi certo farlo un semplice e limitato essere umano . . . almeno in parte siamo sempre noi a "costruire" la realtà in cui viviamo.

Molti sono i livelli in cui si esiste (7 per taluni, 10 per altri, 13 secondo alcuni, 18 . . . ), ma visto che siete lettori e non allievi non entro nel merito; ciò che va messo in chiaro è che a differenza d'altri trattamenti, e nel corso dell'articolo ne ho citati diversi con varie figure professionali, quello energetico li investe tutti con una dolcezza, una fermezza, una pazienza e una capacità di misericordia possibili solo a chi non può essere messo in difficoltà da alcun avversario: alla persona vien sempre concesso di "proseguire il cammino col suo passo"; ne trarrà comunque beneficio e pur se si tirerà indietro non si sentirà umiliato; nel tempo poi quanto è stato "seminato" produrrà i suoi "frutti".

Una grande differenza tra i vari terapeuti e il terapeuta energetico sta nel fatto che quest'ultimo può "ascoltare e comprendere il linguaggio del silenzio", quando il/la paziente per il forte disagio si sentirebbe "violentato/a" nel dover parlare di ciò che "ha dentro", quindi nel silenzio può operare in modo appropriato alle necessità di costui/ei onde stimolarne un miglioramento, lavare e medicare le ferite intime, mettere a disposizione "cibo, bevanda e corroboranti per quell'"anima" chiusa in un gelido e muto dolore, riaprire vie di comunicazione al di là della fisicità, acciocché possa "riaprire gli occhi", ri-conoscersi, rinfrancarsi, rassicurarsi e con i mezzi a disposizione "aprire la gabbia" in cui lontano dalla vita vera si sta lentamente spegnendo e uscirne.

Pur portando il massimo rispetto per coloro che difendono l'ateismo non trovando nulla che ai loro occhi possa ragionevolmente offrire possibilità d'accoglimento a idee contrarie (razionalmente non si può in alcun modo dimostrare che Dio esiste o non esiste, così da poter mettere la parola fine alla discussione; molti sono i mezzi a disposizione per "guardare oltre il velo", ma fa parte dell'esercizio della libertà che l'UNITA' ci ha donato decidere di state da una delle due parti; e io rispetto questa libertà), altra differenza è che senza naturalmente far precisa propaganda per Religione alcuna il terapeuta energetico, che operando con l'Energia ha l'opportunità d'aver consapevolezza anche di parte di ciò che trascende questa realtà, può aiutare il/la paziente che lo desidera a tornar in contatto con l'Aspetto Religioso della Vita, che tanta importanza ha avuto nell'evoluzione dell'Umanità; ma che la società moderna nella sua evoluzione con vari mezzi ha sempre più cercato di nascondere, sia perché dapprima in contrasto con l'idea di infinite possibilità alla portata delle sole forze umane, come pure attualmente perché riconoscere il valore di quest'Aspetto impedisce d'accettar l'idea che non ci sia nulla di male nel voler conformar gli umani a quelle "macchine obbedienti" con cui si pretende debbano sempre più "interfacciarsi".

Imparare a entrare in contatto con l'Origine della Vita richiede coraggio, capacità di sperare al di sopra di delusioni e scoramento che instancabilmente cercheranno di fiaccarci e farci rinunciare, nonché costante e paziente impegno (il premio va conquistato), perché occorre togliere quanto nel tempo s'è accumulato ostruendo il passaggio; per visualizzare ciò con un esempio, posso dire che è un po’ come ri-scavare un pozzo: in profondità l'acqua c'è e l'attingevamo già prima che "tempeste" varie riempissero lo scavo, ma per ritrovarla si son dovuti togliere sassi, terra, sabbia, ghiaia, ecc., che celandola impedivano potessimo trarne giovamento.

Pur limitando il discorso alla parte di mondo che si riconosce nella civiltà di tipo Occidentale, è il caso di dare un minimo di spiegazione.

A partire dall'Umanesimo prese inizio l'epoca moderna che si evolse sino alla fine della I guerra mondiale; col progressivo formarsi dello Stato moderno e affermarsi del principio della separazione tra Stato e Chiesa, ove più ove meno nei vari Stati ci fu la confisca di beni ecclesiastici che vennero incamerati da chi deteneva il potere politico e insieme totale o parziale esclusione della Chiesa dalla sfera pubblica; tutto ciò nel tempo, con la fine della cultura del mondo contadino ancorato ai cicli della Natura e alle bizzarrie del tempo atmosferico, con l'avvento di quella industriale, un po’ per volta ha sradicato il "sentire religioso" dalle menti dei nuovi cittadini, tanto che passo dopo passo oggi in epoca postmoderna non son pochi quelli che lo rifiutano categoricamente, anche se al tempo stesso tutto ciò ha indotto una reazione che ha portato a movimenti di risveglio spirituale, per lo più "offerte culturali" non legate a una Religione in particolare: la Religiosità buttata fuori dalla porta è rientrata dalla finestra, passando dalla sfera propriamente ecclesiale a quella culturale; se da una parte la modernizzazione è stata vissuta come liberazione da vari vincoli, al tempo stesso l'essere umano si rende ora conto che l'evoluzione di questo processo l'ha portato oggi alla totale incertezza riguardo a quali siano le norme che effettivamente debbono guidare la sua esistenza (la pretesa di poter vagliare in modo critico ogni pratica sociale ha portato alla moltiplicazione delle alternative, ma la ragione ha messo così in luce i suoi incredibili limiti non potendo dare a queste opzioni vera garanzia d'utilità o vantaggio, cosicché ne è seguita la perdita di certezze indispensabili alla serenità dell'esistenza umana) tanto che sovente non sa più nemmeno chi o cosa egli sia, pertanto, esclusi in parte quanti possono occupare posizioni che permettono loro quegli agi e materiale benessere che non rendono necessario fare il punto e riflettere, la vita stessa anziché meravigliosa opportunità appare un tormento per gli esseri non protetti dall'istinto ma dotati d'una "folle" ragione che tutto pretende di saper analizzare e poter quindi far sottostare alle proprie autorizzazioni.

Considerato il piedistallo su cui ancor oggi è posta la ragione, mi pare sia paradossalmente risultata assai dannosa al Bene dell'Umanità la distinzione operata tra una "religione razionale" con funzione morale indipendente da tutte le istituzioni della civiltà, ritenendo presuntuosamente indiscutibile che fosse alla portata di "sua Maestà la Ragione" indicare ciò che vi è di atemporale nelle Religioni storiche come ciò che vi è di universale in una Confessione in particolare, e le Religioni storiche tradizionali.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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