Trattamenti convenzionali, non convenzionali, collaterali, alternativi, complementari - 18 di 20 - Parliamo di... - Mariano Robino

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Trattamenti convenzionali, non convenzionali, collaterali, alternativi, complementari - 18 di 20

Pubblicato da Mariano Robino in Massaggio · 11/10/2012 10:05:09

Dopo tutto questo discorso voglio evidenziare i motivi che mi fanno ben sperare in un futuro che saprà dare il giusto spazio a quanto è stato abbandonato e/o non è sufficientemente conosciuto per inserirlo di diritto nei sistemi di cura e prevenzione. Nel tempo in cui stiamo vivendo ci sono due atteggiamenti contrapposti nel porsi di fronte alla scienza ed alla tecnica moderne: da una parte ci sono quanti si riconoscono nella piena accettazione del paradigma tecnico-scientifico (è diventato uso normale mettere tecnica davanti, ma va ricordato che è la tecnica a dipendere dalla scienza e non viceversa) come unico sapere in grado di giungere a verità evidenti e valide per il progresso della società, e dall’altra si trovano coloro che invece esprimono il rifiuto e la demonizzazione della scienza accusata di essere la causa di tutti gli elementi negativi della nostra società: crisi dei valori, delle istituzioni tradizionali, ecc.; come se pian piano si stesse affacciando una nuova "rivoluzione".

Penso sia giusto iniziare col riflettere sul fatto che il termine "rivoluzione" viene dal latino e significa ruotare attorno a qualcosa; infatti ancor oggi si dice rivoluzione della Terra attorno al Sole, distinguendo questo movimento rotatorio da un altro movimento rotatorio che è la rotazione della Terra attorno al proprio asse. Questo termine nel XVIII secolo assume anche un significato socio-politico, coll’indicare un cambiamento violento della situazione istituzionale; nel XVII secolo ha luogo la guerra civile inglese, detta poi anche prima rivoluzione inglese, ed a seguire la seconda rivoluzione inglese; alla fine del XVIII secolo ha luogo la prima rivoluzione francese e dall’altra parte dell’Atlantico (proprio la sua traversata ad opera di Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, ecc., con la scoperta d’un prima sconosciuto continente portò alla caduta d’importanza del Mar Mediterraneo ed alla nascita di nuove potenze militari ed economiche, coincise con l’inizio del periodo di transizione che portò all’epoca moderna: l’ampliamento degli orizzonti fisici determinò cambiamenti epocali; molto più potrà l’ampliamento di quelli mentali) la guerra d’indipendenza americana, detta anche rivoluzione americana: queste rivoluzioni insieme a quella industriale hanno realmente portato trasformazioni tali da cambiare il modo di vivere; in questo periodo prende forza anche il moderno concetto di progresso; non è il caso d’aggiungere altro avendone già parlato. È chiaro però che quando si giunge all’esagerazione "qualcosa" obbliga ad una "svolta" salutare.

Sono convinto che affrontandola col buon senso unito alla buona volontà e senza paura di perdere il predominio (meglio vivere bene tra pari, che "pensare di dominare" in una situazione ove non ci si può fidare di nessuno e dove tutto e tutti possono essere comprati e venduti; compreso chi crede di dominare) la situazione non sia da vedere fosca, ma addirittura come l’occasione che ci permetterà d’assistere all’"alba di una civiltà" che ri-conoscerà il valore della Vita ed avrà quindi riguardo per quanti in sé hanno vita e per tutto ciò che "ruota" intorno alla Vita.

Anche se a prima vista sembra che salti di palo in frasca, tutto ciò è legato alla "riabilitazione" agli occhi di tutti dei trattamenti energetici e di quanto sfugge ad una visione puramente materialista.

Proprio le recenti scoperte nel campo delle neuroscienze hanno portato a rivedere molte delle teorie sulla funzione cerebrale; i circuiti di gran parte dell’encefalo, ad esempio, diversamente da quanto si credeva conservano una notevole plasticità per tutta la durata della vita; simili tra individuo ed individuo sembrano essere solo il tronco cerebrale e l’ipotalamo, cioè la parte inferiore, mentre più si sale sempre più adattabile questo si dimostra alle influenze dell’ambiente, tanto che più una sua serie di collegamenti viene usata, tanto più essa diventa forte ed allo stesso modo viceversa succede a quelle che non vengono usate. Si pensa che le parti evolutivamente più recenti dell’encefalo siano meno soggette alla predeterminazione genetica rispetto a quelle più arcaiche, dal momento che in ogni momento il funzionamento della parte superiore è in gran parte determinato dall’esperienza psicologica e pedagogica di relazione con gli altri e con l’ambiente; il continuo riadattamento è dovuto non solo al confronto col mondo esterno, ma anche ai messaggi che tramite neuropeptidi ed altre piccole molecole con funzione di  neurotrasmettitori provengono dall’interno dell’organismo: non solo suoni, immagini ed altri stimoli ambientali possono influenzare lo sviluppo e le modifiche delle sinapsi (giunzioni che permettono la comunicazione tra cellule nervose) , ma anche emozioni, ricordi, sensazioni, ecc..

Dal momento che i segnali che raggiungono la corteccia cerebrale sono sia esogeni (dall’esterno a mezzo dei cinque sensi) che endogeni (dall’interno) penso sia corretto ipotizzare che le stesse singole cellule componenti il corpo scambino continuamente messaggi di natura chimica ed elettrica con il centro cerebrale superiore; se nell’ipotesi non ci sono errori, allora lo stesso organismo di cui ogni essere umano è dotato è in realtà un’unità composta da tante altre unità a loro volta composte da unità più piccole, ecc., tutte in ininterrotta, anche se indiretta, comunicazione tra loro: lo stato di salute di questo organismo dipende dall’esserci una buona inter-dipendente inter-azione che tenga conto dei bisogni delle singole unità minori.

Alla parte materiale s’è quindi aggiunta quella "psichica" e l’unità psicosomatica che ne vien fuori, percorsa da continui flussi di informazioni e scambi di energia ad ogni livello di complessità, appare come un sistema aperto che continuamente interagisce con l’interno e con l’esterno. Ma ciò non vale solo per il singolo individuo, bensì anche per le unità superiori: la famiglia, le comunità e via via per qualsiasi altro livello di complessità. Anche rileggere i Vangeli in quest’ottica è stato per me importante.

Ecco che anche il concetto di malattia non può più limitarsi a quello di "guasto", quasi che l’essere umano fosse come una macchina che si guasta unicamente perché si rompe un pezzo, ma tra le varie possibilità va presa in considerazione anche quella di trovarsi in presenza d’un particolare stato di funzionamento del sistema stesso, cioè di uno squilibrio che si manifesta ad un determinato livello di complessità: a partire dalla cellula per arrivare alla società in cui l’individuo vive e con cui si confronta.

Questo spiega ad esempio come mai col trattamento energetico certi tipi di mal di testa, contro cui vane si son rivelate molte cure, perdano potenza sino a scomparire in molti casi: il trattamento ha riportato ad uno stato di armonia quella parte che era in momentaneo squilibrio.

Ancora una volta voglio sottolineare il rispetto che si deve alla Medicina Scientifica: è sempre bene poter accuratamente escludere una patologia localizzata, ma, in presenza di insoddisfacenti risultati delle cure tentate, sarà bene valutare altri sistemi di cura, anche se non convenzionali . . . onesta collaborazione tra professionisti diversamente preparati.

Cordiali saluti.
Robino Mariano


© Robino Mariano



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